giovedì 2 aprile 2015

L'Italia entra in guerra

L'instaurazione della dittatura fascista aveva già negli anni precedenti cambiato profondamente l'organizzazione di tutto il paese, partendo dalla struttura politico-parlamentare (istituzione del gran consiglio del fascismo) fino ad raggiungere un controllo totale anche sulla vita privata, dall'infanzia al lavoro.




Tutti coloro che non aderivano alle ideologie fasciste erano in un certo senso esclusi dalla società, basti pensare che per occupare tutte le cariche pubbliche era obbligatoria l'adesione al Partito.
La dittatura si occupava di controllare la popolazione e di fare propaganda con ogni mezzo possibile. Tv, radio, giornali, riviste, furono tutti devoluti a questa causa.




Per quanto riguarda la produzione e l'economia Mussolini decise di chiudersi all'estero e di instaurare una politica di autonomia, l'Italia doveva riuscire a sopravvivere da sola.
L'organizzazione e la stabilità così instaurate consentirono al nostro paese di entrare in guerra meno impreparato rispetto al conflitto precedente.
Il 1940 segna per l'Italia un periodo di svolta infatti con il discorso del 10 giugno il Duce Benito Mussolini dichiara l'entrata in guerra della penisola al fianco di Germania e Giappone.